“Emergenza rifiuti e rischio dissesto per i Comuni”: l’allarme dell’on Laccoto – Non meno di 3 anni per i termovalorizzatori finalmente voluti dalla Regione
“I rischi concreti ed immediati sono, da un lato, l’emergenza igienico sanitaria con i rifiuti per strada e, dall’altro, tariffe aumentate per i cittadini e il dissesto finanziario per oltre 200 Comuni. La Regione intervenga subito con soluzioni condivise che servano a salvaguardare un servizio essenziale e ad evitare il fallimento”. Sono le parole pronunciate dall’on. Giuseppe Laccoto durante il dibatto in Assemblea Regionale alla presenza dell’Assessore Regionale all’Energia e ai servizi di Pubblica Utilità Daniela Baglieri.
“Il contributo finanziario annunciato e atteso – ha detto ancora l’on. Laccoto – deve essere erogato immediatamente dalla Regione ai Comuni che non riescono a sostenere le esorbitanti spese per il trasporto e il conferimento dei rifiuti: bisogna che sia chiaro che gli Enti Locali devono ricevere i fondi adesso, perché le variazioni di bilancio possono essere fatte solo entro il 30 novembre.
Ricevo tante telefonate allarmate dai sindaci del messinese: non è possibile neppure modificare i piani finanziari del servizio di gestione dei rifiuti che i Comuni, così come previsto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, hanno approvato entro lo scorso 31 luglio e adesso si trovano a fare i conti con la nuova pesantissima tariffa di conferimento pari a 334 euro a tonnellata per i rifiuti che dovranno essere trasportati fuori Regione, così come comunicato il mese scorso dalla Sicula Trasporti, la società che gestisce la discarica di Lentini.”
Il problema sollevato dal deputato regionale Laccoto è di grande attualità e di enorme portata. Basti pensare che ormai, a discariche chiuse o prossime alla chiusura, molti comuni, come quello di Palermo, cominciano a scegliere di mandare i rifiuti all’estero. Mentre nel frattempo si moltiplicano le discariche abusive sul territorio e gli episodi di degrado come quello, ormai famoso, vissuto questa estate dalla Lucarelli (nostro articolo).
Infatti, come era ampiamente prevedibile, la differenziata non può di certo smaltire tutta l’immondizia, ed in Sicilia ha percentuali molto al di sotto del 65% preventivato. Cosciente di ciò, la Regione ha finalmente predisposto un piano alternativo, il bando per la
realizzazione di termovalorizzatori in Project Financing. Ma il termine per la presentazione di proposte da parte dei privati, che dovevano pervenire entro l’estate scorsa, è stato rinviato prima all’inizio di novembre, poi al 31 dicembre prossimo, per assenza di risposte al bando.
Nel frattempo il comune di Palermo sembra intenzionato ad esportare la sua immondizia all’estero: la Società di raccolta rifiuti di Palermo Area metropolitana — che comprende il capoluogo e una ventina di altri centri nella fascia fra Balestrate e Casteldaccia — ha pubblicato una richiesta di manifestazioni di interesse per l’invio oltremare di 336mila tonnellate di immondizia l’anno. Paradossalmente, quindi, chi non aveva voluto i termovalorizzatori in Sicilia, manda i rifiuti a bruciare all’estero.
I costi per l’export dell’immondizia, però, sono altissimi: oscillano fra 190 e 350 euro a tonnellata, il che significa, per la Società di Raccolta Rifiuti di Palermo un esborso che va da 64 a 117 milioni l’anno. Cifre enormi, che ci danno un’idea chiara della tegola che si sta per abbattere sui comuni siciliani. Anche perchè la tardiva realizzazione dei termovalorizzatori (ma non ci si poteva pensare prima?), se tutto va bene, richiederà almeno tre anni.