IN UNA CONVERSAZIONE CON L’ING. PALAZZO ABBIAMO PARLATO DELLA GRANDE OPPORTUNITA’ OFFERTE DAI LAVORI CHE PRESTO ENTRERANNO NEL VIVO
Nei giorni scorsi abbiamo letto le dichiarazioni dell’ing. Filippo Palazzo, commissario straordinario per la Palermo-Catania-Messina rilasciate durante l’incontro con i massimi esperti in tecnologia integrata Bim, organizzato da Ance Sicilia.
L’ingegnere, in quell’occasione, ha ricordato che tutti i lotti dell’asse ferroviario ad Alta capacità sono stati aggiudicati e consegnati alle imprese, e che in sette casi i cantieri sono già operativi, mentre gli altri saranno avviati entro la fine dell’anno. Ha anche riferito che per lo scavo delle gallerie lungo quest’opera occorrerà impiegare 24 TBM (Tunnel Boring Machine).
Ma come mai tante TBM ? Lo abbiamo chiesto proprio a Filippo Palazzo, che in una piacevole conversazione, ci ha fornito una risposta sorprendente: “Forse 24 TBM non basteranno: pensiamo che ce ne vorranno di più, anzi stiamo rivalutando il loro numero. Per scavare le gallerie che, lavoreremo su due o più fronti, come nel caso della Lercara-Fiumetorto, dove è presente quella che diverrà la galleria più lunga in territorio siciliano: quasi 20 km.” Esattamente si tratta della galleria “Alia” di 19,9 km.
Come ha ricordato Palazzo nelle sue dichiarazioni precedenti, la prima TBM è già in arrivo dalla Cina (foto di copertina) al porto di Catania e sarà posizionata a Trappitello, per lo scavo della galleria “Taormina”. I nostri lettori ricorderanno che abbiamo anticipato la notizia qualche settimana fa.
Al proposito, occorre ricordare che le gallerie più lunghe saranno realizzate “a doppia canna” ovvero con due tunnel affiancati: sarà installato un binario per tunnel, e non due binari in un unico tunnel di diametro più grande. Si fa così quasi sempre, quando le gallerie superano i 5 km, per ottemperare alle norme di sicurezza: in caso di incidente, la galleria interessata viene evacuata, utilizzando quella adiacente come via di fuga per i passeggeri.
Come ci ha spiegato Palazzo, i tempi sono molto ristretti: i lotti più complessi (segnatamente i due lotti della Giampilieri-Fiumefreddo ed il lotto Lercara-Fiumetorto sulla PA-CT) devono essere consegnati entro il 2029. Ma per farcela, occorre scavare le gallerie più velocemente possibile: per questo saranno aperti due fronti di scavo per tunnel, con una TBM operativa per ogni fronte di scavo; si procederebbe dai due imbocchi verso il centro della galleria, dove le macchine si incontreranno. Qui verranno smontate, riportate in superficie e si procederà ad attrezzare la linea con armamento del binario, linee di alimentazione ed impiantistica varia.
In questo caso, in ogni galleria, sulle due canne da scavare, quindi, le talpe all’opera saranno 4. Ecco come si arriva ad un numero complessivo, su tutto l’asse ferroviario ad Alta Capacità che, probabilmente, sarà persino sottovalutato rispetto a quello reale.
D’altronde, non c’è altro modo per potrebbe completare entro sei anni (da qui al 2029) una galleria come la “Alia”: con due tunnel affiancati di 20 km, e due talpe per ogni tunnel, ognuna di esse ne scaverà la metà, ovvero “soltanto” 10 km; la velocità di scavo di queste macchine, che possono attivare a realizzare 3/4 km l’anno di galleria, rivestimento compreso, potrebbe consentire di ultimare il lavoro di mero scavo entro 3 anni.
Considerando le opere antecedenti lo scavo, in particolare il complesso incantieramento e l’installazione degli impianti a supporto delle TBM, e quelli successivi, fra i quali armamento, impiantistica e sistemi di salvaguardia dall’incendio, il completamento delle opere entro 6 anni non è un’utopia.
Occorre tener presente, inoltre, che queste macchine lavoreranno tutte contemporaneamente, sia sulla Messina-Catania che sulla Catania-Palermo. Solo per limitarsi a quelle più lunghe, rammentiamo che sulla prima ricadono 36 km di gallerie, sulla seconda 57: in totale 93 km di tunnel, quasi tutti “a doppia canna”. In altre parole, 186 km di tunnel a binario unico, sufficienti per andare da Palermo a Catania senza vedere mai la luce.
Naturalmente, non in tutte le gallerie si sceglierà di scavare con 4 macchine. Questa soluzione sarà utilizzata solo sulle più lunghe (oltre che sulla “Alia”, molto probabilmente sulla “Trinacria” e sulla “Sciglio”). Sulle altre si potranno adoperare due macchine (una per canna) se non addirittura una, che scaverà prima una canna, poi l’altra. In ogni caso, a conti fatti, servirebbero 12 macchine soltanto sulle 3 gallerie più lunghe, ma ne rimarrebbero almeno una decina da scavare coon una o due macchine (vedi tabella). E’ evidente che il conto totale di 24 macchine appare addirittura ottimistico.
Una situazione che ha pochi precedenti al mondo, nell’ambito di una sola regione, e che richiederà la presenza, in Sicilia, di impianti adatti alla manutenzione di queste macchine se non, addirittura alla loro costruzione.
“E’ un’idea che ha esternato Pietro Salini e che potrebbe essere una soluzione molto interessante per le ricadute che avrebbe in Sicilia” ci dichiara ancora Palazzo “anche per l’atteggiamento collaborativo che la Regione ha mostrato negli ultimi tempi, con l’accorciamento dei tempi burocratici“. Sarebbe, infatti, complicato realizzare in tempo un impianto del genere se si considerano i tempi autorizzativi degli uffici regionali, che spesso scoraggiano iniziative imprenditoriali anche molto meno complesse.
L’idea è quella di realizzare in Sicilia un’officina di ricondizionamento delle TBM e, in prospettiva, anche una fabbrica di talpe da utilizzare non solo nei cantieri siciliani ma anche in tutti quelli nel resto del Paese. E – perché no? – anche fuori. Parliamo, infatti, di un polo industriale specializzato per macchine che costano decine di milioni di euro, con oltre 22.000 componenti. Non ci siamo dimenticati del Ponte sullo Stretto o, meglio, della rete viaria e ferroviaria di collegamento all’impalcato: oltre 22 km di gallerie ferroviarie e almeno 15 stradali. Uno sforzo industriale che la Sicilia non ha mai conosciuto. C’è da augurarsi che ne sia all’altezza ma non dipende solo da noi.