SI CONFERMA ORRENDA LA PISTA CICLABIE DI VIA CRISTOFORO COLOMBO

Di piste ciclabili brutte ne abbiamo viste in giro, ma come questa di via Cristoforo Colombo, al centro della strada che costeggia il Porto di Catania dando accesso, lato sud, alla città, ne ricordiamo poche. Il filmato che vi proponiamo ve la fa vedere interamente, e per godere di più delle sue qualità, anche da entrambi i lati, monte (andata verso sud) e mare (ritorno verso il centro città).

Il posizionamento tra le due carreggiate è la cosa che già, di suo, convince meno, “imprigionando” i ciclisti tra due fiumi di lamiera in direzioni opposte. Ma quello che fa specie è l'”idea progettuale” della sopraelevazione della pista, che rende necessarie due ringhiere sui lati opposti. Idea che si è concretizzata in una barriera fisica che si aggiunge alle due carreggiate interessate, praticamente a tutte le ore del giorno, da un traffico intensissimo.

Una condizione impattante che più non si può, al punto da non essere nascosta neanche dai “rendering” di progetto: quegli elaborati che vengono abitualmente realizzati per evidenziare l’inserimento armonico dell’opera nell’ambiente circostante e, possibilmente, coprire le magagne.  Le quali, nel video che vi proponiamo, sono pienamente evidenti, confermando quanto avevamo già mostrato in altri filmati precedenti: la grande bruttezza di questa infrastruttura.

Un filmato commentato

Nel commento dell’ing. Roberto Di Maria già emergono parecchi aspetti critici, che l’avanzamento dei lavori, ormai giunti praticamente alla conclusione, mostra in tutta la sua evidenza.

Adesso possiamo vedere anche i numerosi (e costosi, in termini di manutenzione) semafori pedonali in corrispondenza di appositi varchi nella pista; la quale, essendo sopraelevata di almeno mezzo metro rispetto al piano viabile, deve scendere e risalire bruscamente per guadagnare la quota dei passaggi pedonali.

Sono anche presenti la maggior parte degli alberi a “fregio” della pista, tutti lato monte in apposite aiuole dalle dimensioni talmente striminzite da far presagire una vita difficile per i malcapitati vegetali. La cui chioma, come è facilmente prevedibile, andrà ben presto ad ostacolare il percorso dei tanti bus e veicoli pesanti che impegnano quotidianamente la strada. I giardinieri del comune sono avvertiti.

Fortunatamente è prevista l’irrigazione, garantita da un tubicino staffato a margine della ringhiera lato monte, che non c’è stato verso di nascondere alla vista o, peggio, agli eventuali danneggiamenti di veicoli in transito.

Un pericolo sottovalutato: lo “svio” di un veicolo verso lo spartitraffico

A proposito di danneggiamenti, è bene sottolineare che il muretto perfettamente verticale che delimita e sopralza la pista non ha nulla a che vedere con il profilo delle barriere normalmente realizzate al centro della carreggiata stradale, per evitare il “salto di carreggiata”: le famose “new jersey” (un esempio nell’immagine seguente). La cui rastrematura rende possibile il rinvio dei veicoli eventualmente sviati verso la carreggiata stessa, evitando lo scavalcamento o, peggio, il ribaltamento.

L’assenza di un profilo del genere non è un dettaglio, perchè lo svio di un veicolo, magari pesante, verso lo spartitraffico, causerebbe un brusco impatto verso il muretto, con certo danneggiamento della ringhiera che si potrebbe ribaltare proprio sulla pista. Senza contare che, se l’impatto avvenisse ad una certa velocità, nel caso di un veicolo a baricentro alto, esso potrebbe avere come esito persino l’invasione della pista, con le conseguenze che possiamo facilmente immaginare. Speriamo, ovviamente, che ciò non accada.

ANAS BARRIERA
Nell’immagine, uno spartitraffico ANAS a norma, profilato per evitare lo scavalcamento e riportare il veicolo in carreggiata

Le altre perle di questo capolavoro

Le perle non finiscono qui: alla fine della pista, lato sud, la stessa confluisce nell’ampia rotatoria che immette nell’asse dei servizi ed in viale Kennedy, da una parte, e nell’area commerciale del porto dall’altra. Attraversando la stessa due volte lato monte (minuti 2:50 e 4:39) ed un’altra volta lato mare (minuto 5:16) in corrispondenza di altrettanti semafori. Si tratta di una condizione molto critica, in presenza di una quantità notevole di mezzi pesanti diretti al porto dall’asse dei servizi o viceversa.

Di solito, queste situazioni si risolvono con lo sfalsamento dei percorsi ovvero, per essere chiari, con la sopraelevazione di uno dei due: non sarebbe stato difficile farlo con la nuova pista ciclabile ma, evidentemente, anche questo “dettaglio” è stato trascurato, complicando una situazione già complessa per la viabilità ma, soprattutto, per la sicurezza degli utenti della strada. In quest’area, peraltro, si rimane colpiti dalla quantità di dissuasori metallici che vediamo sul lato destro (monte, minuto 3:55) dipinti in bianco e rosso, proprio in corrispondenza della rotatoria. Non bastavano ei semplici cordoli?

Ultimo appunto: troppe pozzanghere lungo il percorso. Brutte da vedersi, a lavori non ancora finiti, e di sicuro pericolo per i ciclisti.

In sintesi: le piste ciclabili sono cosa buona e giusta, a condizione che siano sicure, non intralcino troppo il traffico veicolare, soprattutto lungo strade importanti e trafficatissime, e che siano, possibilmente, meno orrende di quella realizzata lungo la via Cristoforo Colombo a Catania.