Dopo avervi proposto il filmato del traghettamento dei treni che collegano la Sicilia al continente, eccovi la cronaca scritta, commentata da Roberto Di Maria. L’articolo è stato pubblicato da Calabria.live di domenica 23 ottobre 2022


IN TRAGHETTO DALLA SICILIA AL CONTINENTE: UN TUFFO NEL PASSATO….

Il traghettamento in treno tra Messina e Villa San Giovanni è, da sempre, un passaggio fondamentale per chi si reca dalla Sicilia al continente in treno. Croce e delizia per quei viaggiatori che ancora si ostinano ad utilizzare il mezzo su ferro per i propri viaggi.

Uno dei motivi per cui abbiamo effettuato il viaggio da Catania a Roma in treno è proprio quello di verificare la condizione della cosiddetta continuità territoriale tra la Sicilia ed il resto dell’Europa. Ne abbiamo tratto – a fronte dei comprensibili disagi – spunti molto interessanti.

Ma andiamo alla cronaca. Lo abbiamo effettuato a bordo dell’Intercity 722, tra Siracusa/Palermo e Roma*. Per chi non lo sapesse, il treno è composto da 8 carrozze, di cui quattro provenienti dal capoluogo regionale e quattro dalla città aretusea. Due sezioni, comunemente denominate “antenne” che, nella tratta continentale, formano un unico treno. In senso inverso avviene il contrario.

La sezione in cui ci trovavamo era quella proveniente da Siracusa che tocca anche Catania. L’arrivo a Messina, fissato alle 9:53 è avvenuto in realtà alle 10:00 esatte: sette minuti di ritardo. Sul binario adiacente abbiamo intravisto le 4 carrozze provenienti da Palermo, già arrivate da qualche minuto. Va rammentato che le operazioni di imbarco non possono iniziare se non sono presenti entrambe le sezioni: quindi, se una ritarda, l’altra aspetta, con il risultato che il ritardo si trasferisce all’intero treno.

A Messina Centrale, dopo l’arrivo, ci si prepara all’imbarco. Si tratta di operazioni semplificate rispetto a qualche tempo fa: da qualche anno le due sezioni vengono imbarcate insieme al locomotore (un E464, per gli appassionati di dettagli tecnici) che quindi non deve essere sganciato come avveniva in passato. Nel continente, pertanto, il treno sarà composto da otto carrozze più due locomotori.

Il treno inizia le operazioni di imbarco alle 10:25, con la spinta verso l’invasatura, dove lo aspetta la nave Iginia: nuovissima di zecca, inaugurata dai vertici del gruppo FS il 7 marzo scorso.

La spinta viene data da un locomotore di manovra, a trazione diesel. La nostra sezione (4 carrozze più locomotore) viene sistemata nel binario situato più a sinistra della nave. Dopo qualche minuto, compare sul lato opposto la sezione proveniente da Palermo.

Pochi minuti e la nave salpa alla volta di Villa San Giovanni. Ma sono già le 10:43. Nel frattempo le carrozze sono state alimentate elettricamente attraverso apposite prese, allo scopo di assicurare il funzionamento dei sistemi elettrici quali ventilazione e climatizzazione. Aperte le porte, vengono sistemati alla loro base degli appositi gradini in legno, per consentire ai viaggiatori di raggiungere il livello del ponte, molto più in basso rispetto al pianale delle carrozze.

Da qui si può raggiungere il ponte della nave, dove ci aspetta un’ampia terrazza ed il bar di bordo, ma occorre impegnare delle ripidissime scale. Non possiamo non rammentare, a questo punto, che la mobilità interna alla nave non è affatto agevole.

Questo è un problema grave ed irrisolto soprattutto ai fini delle norme di sicurezza in mare, anche perché la nuovissima Iginia non pare più dotata delle sue antenate. Stendendo un velo pietoso sulle “Chiare  istruzioni, da mettere in atto in  caso  di  emergenza, da fornire a per ogni persona a bordo” imposte dall’International Maritime Organization, ci chiediamo dove siano finite le normative riguardanti le persone a mobilità limitata e quanto possa essere facile, in caso di incendio, raggiungere il cosiddetto “luogo sicuro” all’interno della nave da parte dei passeggeri del treno.

E che dire delle ulteriori limitazioni di movimento dei passeggeri confinati nei WL e nelle cuccette dei treni notturni? Ulteriori “scatole di sardine” da cui, in caso di pericolo, occorrerebbe uscire di corsa, saltare sul ponte binari e accalcarsi in centinaia sulle anguste scalette che portano al punto di raccolta.

Un aspetto incredibilmente sottovalutato da tutti, ma non da Rete civica per le Infrastrutture che, oltre un anno fa,ha richiesto rassicurazioni alle Istituzioni. Senza ottenere alcuna risposta.

Tornando al traghettamento, l’Iginia è una nave “monodirezionale” che imbarca e sbarca il treno da una parte sola, come avveniva oltre 40 anni fa. Deve pertanto effettuare una manovra di inversione di marcia appena fuori il porto di Messina, per presentarsi all’attracco in banchina dalla parte “giusta”. Alle 11:20 circa, a quasi un’ora dall’imbarco, iniziano le operazioni di sbarco che, a Villa San Giovanni sono un po’ più complesse che a Messina.

Il piazzale in cui si trovano le invasature, infatti, si trova a fianco della stazione vera e propria, dove dovrà sostare il treno prima della partenza per Roma. La Stazione si trova diversi metri più in alto, pertanto, il treno in uscita dal traghetto viene prima spinto verso il lato sud del piazzale e poi riparte in senso opposto per raggiungere la Stazione attraverso una rampa che gli consente di guadagnare quota.

In sintesi, il treno si trova a Villa San Giovanni alle ore 11:32 circa, “pronto” per ripartire all’orario previsto, ovvero alle 11:50. In realtà la partenza avverrà soltanto alle 12:07. Dal nostro arrivo a Messina Centrale sono passate 2 ore ed 7 minuti, contro l’ora e 57’ previsti. Si tratta, comunque, del traghettamento più “veloce” fra quelli che quotidianamente vengono effettuati dai treni Sicilia-continente e viceversa: l’Intercity Notte 1956 riesce ad impiegarci 3 ore e 42 minuti!

Ancora nel 2022, checché ne dica il Ministro Giovannini, il traghettamento rappresenta un tuffo nel passato. Nulla di diverso rispetto a quanto accadeva negli anni ’70, tranne il numero ridotto di carrozze traghettate che, una volta, raggiungeva le 19 unità, quando le coppie di “espressi” che collegavano la penisola con la Sicilia raggiungeva la dozzina.

Sono le modalità ad essere complesse e, pur escogitando nuovi sistemi, è impossibile ridurre il tempo complessivo di attraversamento in modo sostanziale. Il che rende poco credibili soluzioni basate su “Frecce più corte” e “Navi più lunghe” come quelle avventatamente avallate da Giovannini.

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Vista del treno Intercity 722 Siracusa-Roma Termini sul ponte della nave traghetto Iginia; foto dell’autore
traghettamento
Modalità di accesso ai vagoni a bordo della nave traghetto; foto dell’autore
Spazi angusti tra una carrozza e la fincata del traghetto; foto dell’autore
Scaletta di accesso al ponte superiore della nave; foto dell’autore